venerdì 6 febbraio 2015

Con le mani in pasta... per i dolci di Carnevale!

In questi ultimi anni si è assistito a un fiorire di trasmissioni televisive, blog, pubblicazioni, libri, tutti incentrati sul cibo e le sue svariate declinazioni: dalla preparazione delle ricette della tradizione a esperimenti più fusion o avveniristici, dalla rivalutazione della cucina regionale all'esaltazione di quella straniera; c'è stata anche una proliferazione di ristoranti con svariate proposte dai quattro angoli della terra: se fino a dieci anni fa il massimo che potevi fare, in termini di assaggio di pietanze estere, era andare al ristorante cinese o messicano, ora non è difficile trovare pure da noi il thailandese, l'indiano o il giapponese, senza dimenticare le più o meno famose catene americane di fast food.
I corsi per imparare a fare la pasta all'uovo (eccomi! presente!) o il pane o il cake design abbondano, "sfruttando" giustamente questo trend che ci riporta alla memoria sapori passati o ce ne fa scoprire di nuovi; ma, soprattutto, una cosa in più che, più o meno direttamente, questa tipologia di lavoro manuale dà, è la possibilità di funzionare da metodo di rilassamento o valvola di sfogo... quando ti metti davanti la tavola di legno, pesi la farina, rompi le uova, versi lo zucchero o altro, la mente è concentrata solo su queste cose... i pensieri negativi restano più o meno fuori, per un certo lasso di tempo l'attenzione è concentrata solo sui passaggi fondamentali nello svolgimento della ricetta... e c'è un vivo stupore quando si vede quello che si riesce a tirare fuori da quell'impasto dapprima informe di farina, latte, uova e burro... Così io oggi mi sono cimentata nella preparazione delle tagliatelle fritte, come le abbiamo sempre chiamate a casa... mentre nei vari panifici prendono il nome di arancini o limoncini! (così, giusto per aggiungere incomprensioni... visto che un'amica siciliana su Facebook mi chiedeva che diamine stessi preparando!)
Gli ingredienti sono pochi, ho più o meno preso una vecchia ricetta di famiglia che ho riadattato (50 grammi di lievito di birra... ma stiamo scherzando!?!?), ho fatto qualche errore nel ripieno ("solo la buccia di due arance??? Ne servivano minimo 4!" il commento di mia madre!)... ma il risultato finale è stato decisamente più che soddisfacente!!! 
Se volete provare a replicarli... nelle Marche questi vanno alla grande!!! ;)

Ingredienti
500 gr. di farina
1 uovo
100 gr. di burro morbido
1 bicchiere di latte (200 ml. circa)
1 panetto di lievito di birra (25 gr.)
olio di semi per friggere

La buccia di 3 o 4 arance non trattate da ridurre poi in pezzettini (santo mixer) e da mescolare con lo zucchero... 4 o 5 cucchiai... (la difficoltà nello scrivere questa ricetta è che mamma ha sempre detto: poi fai a occhio... e io sto replicando!)


Procedimento
Sciogliere il lievito nel bicchiere di latte tiepido, dopodichè impastare la farina con l'uovo, il latte con il lievito e il burro morbido. Tirare una sfoglia, che sarà molto elastica, e cospargere sopra il composto di buccia di arancia e zucchero (che si prepara poco prima di iniziare il tutto); arrotolare la sfoglia e poi tagliare con un coltello delle fettine di un centimetro circa.


Friggere (sì, una volta tanto concediamoci questo sfizio e friggiamo! Niente forno!) in abbondante olio caldo.


E infine... le mie tagliatelle fritte calde calde! Buon appetito... a noi! 



(Il momento in cui mi sento l'Antonella Clerici de noialtri - viva il dialetto marchigiano - è finito!!!)
La prossima sfida saranno... le zeppole! (e la palestra!)

PS: piccola nota!
Nonostante la presenza del lievito di birra, questa ricetta non necessita di un tempo di riposo... come si tagliano le fette dal rotolo, poi si friggono subito! 



2 commenti:

  1. Risposte
    1. eh già!!! Non sono i miei dolci di carnevale preferiti per caso!!! ;) Però poi voglio provare a fare pure le cresciole!!!

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