martedì 14 ottobre 2014

Corinaldo

Uno dei paesi della provincia di Ancona che riscuote i consensi dei turisti che lo visitano è senz'altro Corinaldo; arroccato nell'entroterra senigalliese (dista dalla Spiaggia di Velluto una ventina di chilometri), questo borgo, che entra giustamente nella lista dei "100 borghi più belli d'Italia" è capace di affascinare i visitatori con la sua cinta muraria di 912 metri, con le sue Cento Scale, le porte di ingresso, le varie torri e, soprattutto, le storie che si tramandano tra gli abitanti, memori di un passato nemmeno troppo lontano!
Diversi aneddoti si rincorrono e si prestano a modifiche a seconda di chi la racconta... leggenda e realtà si intrecciano, la fantasia va a braccetto con la verità, come nel caso del Pozzo della Polenta:
si narra, infatti, che, in tempi lontani, un contadino stesse trasportando un sacco di farina di granoturco sulle spalle in una assolata giornata estiva; vista la gran calura, per riprendere fiato, decise di fermarsi al pozzo che c'era lungo la scalinata e bere; sfortuna volle che il sacco, malamente appoggiato sul bordo del pozzo, cadesse al suo interno e, di conseguenza, il contadino si gettasse per cercare di recuperarlo! Le donne del paese, avendo seguito l'intera scena, cominciarono a dire che il contadino stava mangiando la polenta nel pozzo e, in breve, la storia travalicò i confini del paese!
L'intera vicenda è quindi stata di ispirazione per la rievocazione storica della Contesa del Pozzo della Polenta, che si tiene ogni anno a luglio e che è diventata la più antica rievocazione storica delle Marche!
Il Pozzo della Polenta
Scendendo (o salendo, dipende da che parte si comincia il giro) le strette viuzze di Corinaldo, si avrà modo di incontrare una curiosa facciata, in cui un'insegna ben la definisce come "La casa di Scuretto". Agli inizi del Ventesimo secolo, infatti, il figlio di Scuretto, come tanti connazionali, era emigrato in America per cercar fortuna. Trovato un lavoro, aveva iniziato a mandare dei soldi a casa per permettere la costruzione di una casa; Scuretto, che di mestiere era un calzolaio, però, quei soldi preferiva berli all'osteria, piuttosto che investirli nel mattone! Il figlio di Gaetano (il vero nome di Scuretto), insospettito per il protrarsi dei lavori, chiese allora al padre una prova che questa casa fosse stata costruita... Scuretto non si perde d'animo e in quattro e quattr'otto costruisce la facciata di una casa, con tanto di numero civico, e si fa ritrarre affacciato a una delle finestre; i soldi dall'America però non arrivano più e della casa rimane solo la facciata... niente tetto e niente solai!


La casa di Scuretto
Un'altra leggenda che racconta le gesta dei corinaldesi si lega all'accesa rivalità che c'era con Montenovo, l'attuale Ostra Vetere; le due cittadine erano continuamente in lotta tra loro, finchè un giorno, a un gruppo di "geniali" corinaldesi, viene in mente di prendere un tronco di fico, scavarlo e riadattarlo a mo' di cannone, per colpire la rivale; il giorno scelto per mettere in funzione l'"arma" sette coraggiosi si posizionano per reggere il cannone, mentre il comandante dà fuoco alla miccia. Si verifica immediatamente una tremenda esplosione che uccide i sette astanti, al chè il comandante esclama: "Il cannone ha sparato tanto forte che qui ne sono morti sette, pensate a Montenovo!"

Il cannone di fico
Per ritornare alla realtà, questa è una delle torri che orlano tutto il perimetro della cittadina... finiti i vari periodi di assedio, le torri venivano date dalla municipalità di Corinaldo alle persone meno abbienti... Questa prende il nome "Dello Scorticatore" appunto dalla professione esercitata da chi vi abitava, così come è anche presente quella del "Mangano", a significare la presenza dell'apposito macchinario per pressare le stoffe.

La torre dello Scorticatore
Corinaldo è quindi questo e tutto di più... Perchè non si può dimenticare la sua figlia più illustre, Santa Maria Goretti, che qui era nata il 16 ottobre 1890, martirizzata poi a Nettuno nel luglio 1902 per aver voluto difendere la sua purezza; nel santuario di Corinaldo a lei dedicato è presente una sua reliquia (un osso del braccio) e tuttora risulta essere una delle mete di pellegrinaggio più frequentate della provincia di Ancona. 

A presto
Chiara

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